jueves, 19 de enero de 2012

E LA NAVE VA...A FONDO

La parola governo significa etimologiamente ‘timone’, ed una metafora antica e comune a molte lingue europee descrive la gestione di uno Stato come la conduzione di una nave da parte di un timoniere.

Se invertiamo i termini della metafora, possiamo concludere che il caso della nave Costa Concordia è una metafora della realtà politica e sociale italiana, una rapresentazione tragicomica, della realtà italiana.

Il capitano che per una sboronata, una smargiassata, mette a repentaglio la vita di tutti i suoi passeggeri e che, non contento del disastro che ha causato, fugge per salvare la sua vita, infischiandosene di quella delle persone che si trovavano sotto la sua diretta responsabilità, è una metafora dell’Italia intera.
L’Italia è una nave che affonda perche i resonsabili di governarla e di condurla a buon porto sono incapaci o incoscienti: o non sanno governare o rischiano per il loro tornaconto sulla pelle di tutti. È una metafora dell’incapacità e della spregiudicatezza della classe dirigente italiana. Una classe dirigente pronta a comandare quando c’è da festeggiare e godersela (onori), ma incapace di farsi carico degli oneri del comando. Una classe dirigente, cioè, pronta a tutto pur di non farsi carico delle proprie responsabilità. Pronta persino a mentire sfacciatamente quando viene scoperta e smascherata nella sua indegnità.
Il comandante Schettino è la metafora di una classe dirigente impreparata: ed è qui il secondo grande dramma che conduce al primo. Come poteva una persona così moralmente idegna ed impreparata trovarsi al comando di una nave? Vi si trovava, come gran parte dei membri della classe dirigente (non solo politica) si trovano a governare, nel senso amplio del termine, cioè ad esercitare il potere. Non per merito proprio, ma grazie alla conoscenza, alla parentela o all’affiliazione politica. Che è poi quel che accade per trovare ogni posto di lavoro in Italia. Non importa quanto tu sia preparato, quanto tu abbia studiato, ma conta solo chi conosci o a chi appartieni o a chi sei figlio-nipote-cognato-marito, etc.
Ecco, il naufragio del Concordia è la metafora perfetta dell’Italia e dell’italianità, il modo di vivere all’italiana. Quel modo di vivere che ci porta sempre più velocemente verso il disastro, verso l’affondamento, che ci porta sempre più spesso a vergognarci del Paese in cui siamo nati e ad essere sempre più spesso lo zimbello del mondo intero.

martes, 17 de enero de 2012

L'EMIGRANTE

Riporto in questo post un articolo rinvenuto sul blog di Beppe Grillo. Potrei essere perfettamente io stesso la persona che lo scrive, tanto suona autobiografico. Le uniche eccezioni sono 1) i riferimenti ai massimi voti, io sono sempre stato un buono studente ma non da massimi voti, perché io ho sempre rotto i coglioni a qualcuno (o a tutti); 2) io sono figlio di un operaio e di una contadina. Ecco qui l'articolo, rigorosamente virgolettato. Dopo di esso non avevo più nulla da dire.

"Sono un emigrato! Uno di quei giovani costretti all'emigrazione per mancanza di un lavoro dignitoso in questo disgraziato paese. Figlio di contadini, diplomato con il massimo dei voti, laureato con il massimo dei voti, specializzato con il massimo dei voti, emigrato con il massimo dell'incazzatura! Parlavo cinque lingue ed ho avuto l'onore di ricevere in una pagella delle elementari la citazione di "genio" dalla mia amatissima insegnante. Mia madre ancora la tiene appesa in un quadro della mia ex-camera da letto! Tutto questo, in Italia, però non era sufficiente, non bastava. Mi passavano davanti tutti! Tutti avevano una qualche conoscenza! Lo zio assessore al comune. L'amico del papà sindacalista. Il cugino nelle poste... Alla fine me ne sono andato! Pensavo fosse tutto passato, guardando l'Italia da fuori, ed invece no! Accendo la TV e vedo ancora la faccia di Bersani attorniato dai microfoni dei giornalisti, Casini idem, Berlusconi ogni tanto pare risorgere da qualche misterioso sepolcro più potente di prima, la Bonino, Pannella. L'incazzatura cresce anche all'estero! Non c'è modo d'attenuarne i sintomi! Facendo zapping la cosa non cambia! Costanzo, la Ventura, Vespa, Tiberio Timperi, la De Filippi. Sono passati sei anni da quando me ne sono andato dall'Italia e tutto sembra come prima. Pietrificato! Nulla cambia! Almeno nell'establishment. Il popolo invece no, mi sembra cambiato. Quando ritorno dall'estero e decido di fare una passeggiata in centro, noto una grande differenza nei volti degli Italiani, rispetto a qualche anno fa! Volti da cui traspare una grande tristezza, più spesso una grande incazzatura, la stessa che mi portai dietro sei anni fa! Buona fortuna Italia!".

domingo, 15 de enero de 2012

CHE COS’È LA RIFONDAZIONE MORALE

Qualche tempo fa ho scritto sulla rifondazione morale, come unica via d’uscita alla crisi economica e di valori dell’Italia.

Rifondazione morale significa premiare chi lavora e chi da lavoro, cioè i lavoratori, che sono quelli che sudano, lavorano e muoiono sul posto di lavoro, e gli imprenditori, che sono quelli che rischiando del loro creano lavoro e ricchezza, ma non ad ogni prezzo o a danno dei primi. Rifondazione morale significa ridurre i privilegi di chi li ha, appartare le conventicole e le lobby, quelle cattive s’intende, dal potere e liberare i mercati.

Perché non è giusto volere il liberalismo solo quando fa comodo. Non è possibile invocare misure liberali contro i lavoratori, per ridurne i diritti, ridurre lo stato sociale, facilitare i licenziamenti, eliminare il settore pubblico, invocare le privatizzazioni, ed allo stesso tempo non volere il liberalismo quando impone il libero commercio e la libera concorrenza, o la rinuncia ai cartelli ed ai privilegi.

Vanno aboliti gli albi professionali (non i sindacati) e liberalizzate le professioni: architetti, farmacisti, medici, odontologi, fisioterapisti, tassisti, tabaccai, etc.

Bisogna incentivare la meritocrazia, premiare le capacità reali, rivalutare i titoli di studio in un paese dove l’inflazione dei titoli di studio facili va a tutto vantaggio di chi ha il santo in paradiso che, titolo o non titolo, ti trova il posto. Bisogna puntare sullo sforzo e sul lavoro invece che sulla corruzione o la prostituzione, anche solo intellettuale.

Rifondazione morale significa liberarsi del peso del Vaticano, pur riconoscendo l’immenso e valorosissimo lavoro svolto nel sociale dalla chiesa e dalle associazioni cattoliche (che non sono proprio il Vaticano), soprattutto di base e spesso contro lo stesso Vaticano, nel riempire quegli spazi colpevolmente lasciati vuoti dallo Stato.

Significa ridurre il numero dei politici, dimezzando il numero di deputati e senatori: 500 onorevoli sono più che sufficienti...e che siano davvero degni d’onore! Significa dimezzare il numero di ministri, vice, segretari, sottosegretari, portaborse, malandrini e lacché. Significa ridurre il numero degli amministratori in generale; significa far scomparire le province e gli enti inutili e costosi. Significa ridurre i costi della politica e dei politici, eliminare le auto blu e riportare i poliziotti in strada a lavorare o a scortare i giudici antimafia e non i mafiosi in parlamento. Significa pretendere più poduttività dai dipendenti pubblici, più impegno, più responsabilità: la fortuna di non rischiare mai il posto deve implicare uno sforzo ed una motivazione aggiuntivi, lavorare per lo Stato deve essere un onore, ma anche un onere.

Rifondazione morale significa escludere dalla politica (istituzionale) persone pericolose per la convivenza civile ed il progresso come gli xenofobi fascisti, gli omofobi ultraclericali o i mafiosi, persone condannate, corrotte o incivili.

Rifondazione morale significa avere una giustizia giusta e veloce, nelle cause penali come in quelle civili, che solo così garantisce il rispetto dei contratti (la base del capitalismo): da un litigio per una compravendita ad un ricorso per un contratto di lavoro.

Significa rispettare e far rispettare le leggi: perseguire l’evasione fiscale e non favorirla, incentivare l’onestà, snellire la burocrazia, per favorire lo sviluppo e la chiarezza. Dare tutte le opportunità per rispettare le leggi e punire chi non lo fa. Significa anche vigilare: gli ispettori (della GdF, del lavoro, della Sanità, i Vigili Urbani, i Poliziotti, dei mezzi di trasoprto, etc.) devono vigilare per il rispetto delle norme di tutti e non solo reprimere i deboli ed essere complici dei potenti, perché da questi prezzolati o blanditi.

Rifondazione morale significa accettare, rispettare e garantire per legge le libertà individuali in un paese dove è ancora un problema la fecondazione artificiale, dove è un problema amare qualcuno del proprio sesso, dove ricevere le cure paliative è un sogno, dove morire degnamente è una chimera, dove è un problema fumare la marihuana, pero dove Lapo Elkann e i politici o i potenti possono tirare cocaina impuniti e contenti.

Rifondazione morale significa liberare l’informazione, perché solo un’informazione libera può permettere a un paese di progredire. Significa eliminare i raccomandati della RAI e non assumerne più. Significa ridimensionare l’impero di Berlusconi e del suo cartello, che opera in barba alle leggi dello Stato da almeno 30 anni, con la connivenza o la complicità dei vari Craxi, D’Alema, ed ovviamente dello stesso Berlusconi che ha governato solo per sé stesso, per la sua famiglia, per gli amici e per gli amici degli amici. Rifondazione morale significa ritrovare la normalità e cambiare davvero, per esempio soprattutto nel modo di comunicare la politica, che poi è il modo di farla, giacché la politica si fa con le parole. Per esempio dando meno spazio ai signor nessuno, portavoce di non si sa bene chi e che non dicono nulla, ridurre cioè lo scenario politico a pochi personaggi, per aumentare la chiarezza, non dando voce a quelli più squallidi: eliminare, insomma, il “pastone” inventato da quella fogna intellettuale e politica che è Francesco Pionati.

Rifondazione morale significa pensare senza pregiudizi ad uno sviluppo sostenibile che non sia incompatibile con la protezione e la difesa dell’ambiente, ma senza cadere nel talebanismo ecologista.

Rifondazione morale significa pensare, al di là degli schieramenti e dei gruppi di potere, al bene collettivo, significa pensare con senso comune, significa non scaricare i rifiuti tossici nei fiumi o sotto terra, a prescindere da quanti soldi ci guadagneremo, perché i nostri figli domani ne berranno l’acqua o mangeranno i frutti, e poco importa se avranno vestiti di marca ed andranno a scuola in 4x4, l’acqua o i cibi avvelenati li ammazzeranno lo stesso. Significa pensare di fare qualcosa per gli altri e per il proprio paese prima che per sé stessi. Significa non fare agli altri quello che non si vuole venga fatto a sé stessi. Significa impegnarsi ed interessarsi con maturità alle questioni del paese, dibatterle serenamente e scegliere per il bene dei più (che difficilmente è quello di tutti). Rinunciando a qualcosa per avere tutti qualcos’altro. Finché non ci sarà una rifondazione morale, continuerò a compiangere coloro che a fatica sopravvivono in Italia.