Qualche tempo fa ho scritto sulla rifondazione morale, come unica via d’uscita alla crisi economica e di valori dell’Italia.
Rifondazione morale significa premiare chi lavora e chi da lavoro, cioè i lavoratori, che sono quelli che sudano, lavorano e muoiono sul posto di lavoro, e gli imprenditori, che sono quelli che rischiando del loro creano lavoro e ricchezza, ma non ad ogni prezzo o a danno dei primi. Rifondazione morale significa ridurre i privilegi di chi li ha, appartare le conventicole e le lobby, quelle cattive s’intende, dal potere e liberare i mercati.
Perché non è giusto volere il liberalismo solo quando fa comodo. Non è possibile invocare misure liberali contro i lavoratori, per ridurne i diritti, ridurre lo stato sociale, facilitare i licenziamenti, eliminare il settore pubblico, invocare le privatizzazioni, ed allo stesso tempo non volere il liberalismo quando impone il libero commercio e la libera concorrenza, o la rinuncia ai cartelli ed ai privilegi.
Vanno aboliti gli albi professionali (non i sindacati) e liberalizzate le professioni: architetti, farmacisti, medici, odontologi, fisioterapisti, tassisti, tabaccai, etc.
Bisogna incentivare la meritocrazia, premiare le capacità reali, rivalutare i titoli di studio in un paese dove l’inflazione dei titoli di studio facili va a tutto vantaggio di chi ha il santo in paradiso che, titolo o non titolo, ti trova il posto. Bisogna puntare sullo sforzo e sul lavoro invece che sulla corruzione o la prostituzione, anche solo intellettuale.
Rifondazione morale significa liberarsi del peso del Vaticano, pur riconoscendo l’immenso e valorosissimo lavoro svolto nel sociale dalla chiesa e dalle associazioni cattoliche (che non sono proprio il Vaticano), soprattutto di base e spesso contro lo stesso Vaticano, nel riempire quegli spazi colpevolmente lasciati vuoti dallo Stato.
Significa ridurre il numero dei politici, dimezzando il numero di deputati e senatori: 500 onorevoli sono più che sufficienti...e che siano davvero degni d’onore! Significa dimezzare il numero di ministri, vice, segretari, sottosegretari, portaborse, malandrini e lacché. Significa ridurre il numero degli amministratori in generale; significa far scomparire le province e gli enti inutili e costosi. Significa ridurre i costi della politica e dei politici, eliminare le auto blu e riportare i poliziotti in strada a lavorare o a scortare i giudici antimafia e non i mafiosi in parlamento. Significa pretendere più poduttività dai dipendenti pubblici, più impegno, più responsabilità: la fortuna di non rischiare mai il posto deve implicare uno sforzo ed una motivazione aggiuntivi, lavorare per lo Stato deve essere un onore, ma anche un onere.
Rifondazione morale significa escludere dalla politica (istituzionale) persone pericolose per la convivenza civile ed il progresso come gli xenofobi fascisti, gli omofobi ultraclericali o i mafiosi, persone condannate, corrotte o incivili.
Rifondazione morale significa avere una giustizia giusta e veloce, nelle cause penali come in quelle civili, che solo così garantisce il rispetto dei contratti (la base del capitalismo): da un litigio per una compravendita ad un ricorso per un contratto di lavoro.
Significa rispettare e far rispettare le leggi: perseguire l’evasione fiscale e non favorirla, incentivare l’onestà, snellire la burocrazia, per favorire lo sviluppo e la chiarezza. Dare tutte le opportunità per rispettare le leggi e punire chi non lo fa. Significa anche vigilare: gli ispettori (della GdF, del lavoro, della Sanità, i Vigili Urbani, i Poliziotti, dei mezzi di trasoprto, etc.) devono vigilare per il rispetto delle norme di tutti e non solo reprimere i deboli ed essere complici dei potenti, perché da questi prezzolati o blanditi.
Rifondazione morale significa accettare, rispettare e garantire per legge le libertà individuali in un paese dove è ancora un problema la fecondazione artificiale, dove è un problema amare qualcuno del proprio sesso, dove ricevere le cure paliative è un sogno, dove morire degnamente è una chimera, dove è un problema fumare la marihuana, pero dove Lapo Elkann e i politici o i potenti possono tirare cocaina impuniti e contenti.
Rifondazione morale significa liberare l’informazione, perché solo un’informazione libera può permettere a un paese di progredire. Significa eliminare i raccomandati della RAI e non assumerne più. Significa ridimensionare l’impero di Berlusconi e del suo cartello, che opera in barba alle leggi dello Stato da almeno 30 anni, con la connivenza o la complicità dei vari Craxi, D’Alema, ed ovviamente dello stesso Berlusconi che ha governato solo per sé stesso, per la sua famiglia, per gli amici e per gli amici degli amici. Rifondazione morale significa ritrovare la normalità e cambiare davvero, per esempio soprattutto nel modo di comunicare la politica, che poi è il modo di farla, giacché la politica si fa con le parole. Per esempio dando meno spazio ai signor nessuno, portavoce di non si sa bene chi e che non dicono nulla, ridurre cioè lo scenario politico a pochi personaggi, per aumentare la chiarezza, non dando voce a quelli più squallidi: eliminare, insomma, il “pastone” inventato da quella fogna intellettuale e politica che è Francesco Pionati.
Rifondazione morale significa pensare senza pregiudizi ad uno sviluppo sostenibile che non sia incompatibile con la protezione e la difesa dell’ambiente, ma senza cadere nel talebanismo ecologista.
Rifondazione morale significa pensare, al di là degli schieramenti e dei gruppi di potere, al bene collettivo, significa pensare con senso comune, significa non scaricare i rifiuti tossici nei fiumi o sotto terra, a prescindere da quanti soldi ci guadagneremo, perché i nostri figli domani ne berranno l’acqua o mangeranno i frutti, e poco importa se avranno vestiti di marca ed andranno a scuola in 4x4, l’acqua o i cibi avvelenati li ammazzeranno lo stesso. Significa pensare di fare qualcosa per gli altri e per il proprio paese prima che per sé stessi. Significa non fare agli altri quello che non si vuole venga fatto a sé stessi. Significa impegnarsi ed interessarsi con maturità alle questioni del paese, dibatterle serenamente e scegliere per il bene dei più (che difficilmente è quello di tutti). Rinunciando a qualcosa per avere tutti qualcos’altro. Finché non ci sarà una rifondazione morale, continuerò a compiangere coloro che a fatica sopravvivono in Italia.