jueves, 5 de julio de 2012

INGIUSTIZIA È FATTA

Dopo 11 (undici!!!) anni la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d'Appello. Condannati i vertici della Polizia per i fatti della Scuola Diaz (durante le manifestazioni contro il G8 di Genova), dove i poliziotti entrarono e massacrarono di botte tutti quelli che trovarono. La scuola era il centro di aggregazione dei No-global. Non solo ci furono pestaggi, violenze e torture, non solo per qualche giorno vennero sospesi i diritti civili ed umani come in un regime sudamericano, tra le manifestazioni ed i fermi nelle caserme (vedi i fatti di Bolzaneto), ma ci fu un vero e proprio progetto per giustificare e scagionare i colpevoli di quei fatti inquietanti, finiti, tra l'altro, con la morte di un ragazzo. Per la cronaca, il carabiniere che lo ha ucciso è stato assolto in un altro processo. Furono fabbricate prove false, ci furono insabbiamenti, complicità, connivenze, omertà, che sboccarono nell'assoluzione in primo grado ed addirittura in molte promozioni. La verità sulla sospensione dei diritti civili ed umani nel periodo delle proteste contro il G8 nel luglio del 2001 è ancora lontana.

Non c'è nulla di cui essere soddisfatti. Si può essere soddisfatti di vedere 11 (!) anni dopo i dirigenti condannati, sapendo che nessuno farà neanche un giorno di carcere? Si può essere soddisfatti di vedere che l'allora minsitro dell'Interno (Scajola) non è stato neanche imputato? Si può essere soddisfatti di vedere che la maggior parte degli atti violenti sono rimasti impuniti? Si può essere soddisfatti di vedere che tra i numerosi funzionari di polizia solo una decina sono stati gli imputati e che i reati contestatigli sono andati prescritti?

Troppo tempo per giudicare, troppe falsità, troppa impunità.

Le persone che esercitano il monopolio della violenza nello stato moderno, cioè poliziotti e carabinieri, non possono né devono essere considerati cittadini qualunque. In effetti essi stessi non si considerano tali, come dinmostrano troppo spesso con la loro arroganza o con i loro abusi. Sono cittadini non al di sopra di ogni sospetto, come vorrebbero e come vorrebbero far credere, ma con una doppia responsabilità, quella di essere cittadini e di essere stati armati dai propri concittadini, con la responsabilità di essere dei servitori dei concittadini, non devono essere delle minacce per l'integrità dei cittadini (che tra l'altro, li pagano). Essi quindi devono rendere conto alla giustizia il doppio di un cittadino normale.

Non c'è davvero nulla di cui essere soddisfatti. Almeno fino a quando i poliziotti non capiranno il proprio ruolo nella società: servire e proteggere e non reprimere ed opprimere, per sfogare le proprie pulsioni più basse e difendere gli oscuri interessi dei padroni, chiunque essi siano.